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SCUOLA E CYBER SECURITY

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SCUOLA E CYBER SECURITY

Settembre è il mese in cui ricominciano le scuole.

Probabilmente non siamo abituati ad associare i rischi di Cyber Security con l’ambito scolastico, ma è bene ricordare che la diffusione dei mezzi digitali, ormai largamente utilizzati anche nelle scuole, oltre al ricorso alla didattica ibrida, comportano l’esposizione a minacce che non possono essere ignorate.
Quali sono i rischi di Sicurezza Informatica per l’ambito scolastico?
Il settore Education è tra i primi 5 più colpiti nel periodo 2018-21 (Fonte: Hackmanac Global Cyber Attack Report, guarda i dati nella nostra Dashboard): nel 2021 i cyber attacchi verso questo settore sono il 9% del totale.

Le tecniche utilizzate più di frequente sono malware (quasi nella metà dei casi), phishing e social engineering, sfruttamento di vulnerabilità, furto o violazione di credenziali.

I rischi principali comportano:

  • Accesso ad informazioni sensibili da parte di criminali
  • Furto di credenziali
  • Truffe e perdite economiche
  • Danni correlati alle infezioni da malware
  • Fermo delle lezioni e delle attività scolastiche
Quali sono quindi le soluzioni?
È importante che scuole e genitori siano consapevoli di queste minacce e che mettano in atto almeno le misure preventive minime:

  • Aggiornamento dei sistemi: i dispositivi informatici, in particolare quelli utilizzati da bambini e ragazzi, vanno aggiornati costantemente e tenuti in sicurezza (anche installando un antivirus).
  • Installazione di applicazioni: l’installazione di software, app e applicazioni dovrebbe avvenire solo da parte di adulti o comunque sotto la supervisione di genitori o insegnanti. Può essere utile utilizzare una password per consentire l’installazione di software aggiuntivo
  • Sistemi di autenticazione: Le password utilizzate dovrebbero essere sufficientemente complesse e diversificate per studente e sistema. In particolare se in presenza di didattica ibrida, è necessario assicurarsi di provvedere sistemi di autenticazione sicura per studenti ed insegnanti
  • Backup: tablet e computer possono essere smarriti o possono rompersi, rischiando di perdere i dati che erano contenuti nel dispositivo. Per gli studenti è necessario un sistema di backup che sia facile ed intuitivo, ma soprattutto automatico. Le scuole d’altra parte devono dotarsi di un efficace soluzione di backup che preservi tutti i sistemi utilizzati per la didattica oltre che i dati sensibili.
  • Reti sicure: le reti di accesso a Internet devono essere configurate con protocolli sicuri
Buon rientro a scuola, dunque, ma in sicurezza!

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Hacks Of The Day

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PROTEGGERSI DAI CYBER ATTACCHI: ECCO LE PRINCIPALI SOLUZIONI

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PROTEGGERSI DAI CYBER ATTACCHI: ECCO LE PRINCIPALI SOLUZIONI

Dopo aver approfondito le principali tecniche utilizzate nei cyber attacchi che, sebbene evolvendosi, rimangono sempre efficaci per i criminali informatici, esaminiamo le principali soluzioni.

Come abbiamo visto, le tipologie di minacce sono numerose e non sempre facili da arginare.

È chiaro quindi che non possa esistere un’unica soluzione stile “bacchetta magica” in grado di sconfiggerle tutte.

Al contrario, per mitigare queste problematiche, è necessario mettere a fattor comune e in modo organico molteplici soluzioni.

Vediamo quindi le principali tattiche per proteggersi (per quanto possibile) dai cyber attacchi e prepararsi a gestire al meglio le maggiori cyber minacce:

  1. Anti-malware

    I malware sono la principale minaccia informatica, utilizzata in oltre il 40% dei cyber attacchi noti.

    La prima misura di difesa in questi casi è quella di cercare di intercettare questa problematica prima che inizi a violare i sistemi informatici dotandosi di un buon anti-malware.

    Il mercato offre innumerevoli soluzioni a questo scopo e sostanzialmente tutti i principali vendor di antivirus mettono a disposizione prodotti di buon livello.

    Questi software, installati su ogni dispositivo informatico (e sarebbe bene includere anche quelli mobili), hanno il compito di rilevare codici malevoli, ma è importante sottolineare che spesso possono riconoscere solo minacce già presenti nel loro database.

    Per il corretto funzionamento di una buona soluzione anti-malware è fondamentale quindi, non solo che sia presente sui sistemi, ma anche che sia aggiornata regolarmente in modo da riconoscere e disarmare le più recenti minacce.


  2. Backup

    Nel caso dei ransomware, oltre ad un buon prodotto anti-malware, il backup resta la migliore soluzione.

    L’obiettivo del ransomware è infatti quello di ottenere il pagamento del riscatto per fornire la chiave di cifratura che permette di recuperare i dati.

    Va ricordato però che non è mai raccomandato assecondare le richieste di un criminale, senza nessuna garanzia, tra l’altro, di ottenere davvero la chiave di cifratura in cambio del pagamento.

    Una buona soluzione di backup, al contrario, è la migliore misura preventiva a questa minaccia, consentendo di recuperare i dati senza dover cedere al riscatto.

    Perché questa soluzione sia efficace, però, è necessario che il backup sia aggiornato, opportunamente configurato e mantenuto separato dai sistemi che protegge (per evitare che possa essere vittima a sua volta del ransomware).


  3. Verifica dei sistemi informatici

    Le vulnerabilità dei sistemi informatici vengono sfruttate nel 16% degli attacchi noti.

    Queste problematiche includono le mis-configurazioni e i difetti di installazione o progettazione che affliggono i sistemi informatici, in particolare in presenza di reti molto complesse o cresciute rapidamente.

    Il Vulnerability Assessment è la verifica periodica dei sistemi alla ricerca di queste problematiche e costituisce la principale difesa per questa tipologia di minaccia.

    Tramite questa verifica è infatti possibile individuare i sistemi e gli applicativi da aggiornare o eventuali problematiche non ancora note.

    È molto utile associare anche un Penetration Test al Vulnerability Assessment: con questo secondo tipo di verifica è possibile, infatti, testare come un eventuale cyber criminale potrebbe sfruttare le problematiche riscontrate e quali danni sarebbe in grado di apportare una volta violati i sistemi.

    Eseguire entrambe le verifiche ha il vantaggio di ottenere una buona fotografia del livello di rischio dell’azienda, oltre che le priorità da assegnare agli interventi di rimedio.

    I ricercatori, così come i criminali, scoprono continuamente nuove vulnerabilità, quindi è bene eseguire periodicamente questi assessment: idealmente ogni 6 mesi, ma almeno una volta all’anno.

    La gestione continua delle vulnerabilità viene chiamata Vulnerability Management ed è altamente consigliata in caso di sistemi critici o grandi aziende.


  4. Corsi di Cyber Security Awareness

    Phishing e Social Engineering sono minacce che cercano di sfruttare l’unica vulnerabilità che non prevede patch di sicurezza: il fattore umano.

    La soluzione a questa tipologia di minacce sono i percorsi di Cyber Security Awareness, ovvero appositi corsi allo scopo di illustrare le principali e più aggiornate tipologie di minacce e approfondire come riconoscerle.

    È importante che questi percorsi siano previsti per tutto il personale che utilizza i sistemi aziendali, per i dipendenti, quindi, ma anche i collaboratori e, idealmente, i fornitori.

    Al management andrebbero inoltre spiegate le responsabilità in caso di violazione dei sistemi e dei dati, sia dell’azienda stessa che dei clienti.

    Infine, è buona norma organizzare questi corsi almeno una volta all’anno in modo da essere aggiornati sulle ultime novità del mondo cyber ed i principali esempi di attacchi informatici.


  5. CDN e WAF

    I DDoS (Distributed Denial of Service) possono essere molto insidiosi e arrivare a rendere totalmente inoperabili siti o applicazioni web.

    La prima soluzione consiste nel ridurre la superficie di attacco limitando al minimo i servizi esposti ad Internet o riprogettandoli in modo che le applicazioni critiche siano opportunamente schermate.

    Una volta identificato il minor numero di server ed applicativi che è necessario esporre su Internet, una buona prassi è proteggerli adottando un sistema CDN (Content Delivery Network).

    Il CDN consiste in una rete di server collegati tra loro per ottimizzare la distribuzione dei contenuti di un servizio o un’applicazione web.

    L’utilizzo di un CDN consente di gestire il carico di traffico diretto verso i servizi web in modo da risolvere, tra l’altro, ogni eventuale problema di sovraccarico.

    È inoltre un ottimo metodo per migliorare la velocità di caricamento dei contenuti dei siti web, ottimizzandone il posizionamento nei motori di ricerca.

    Un’altra buona soluzione è dotarsi di un Web Application Firewall (WAF), un sistema in grado di filtrare e gestire il traffico a livello applicativo diretto ai servizi web.

    In questo modo è possibile intercettare ed intervenire in caso di richieste malevole di accesso ai servizi web, anche per quanto riguarda ulteriori minacce oltre ai DDoS.
Quale che sia la minaccia che più ci preoccupa o verso la quale siamo più esposti, è importante ricordare che la soluzione difficilmente sarà univoca e definitiva.

La sicurezza cyber va infatti considerata come un processo continuo in cui integrare elementi tecnologici, organizzativi e gestionali.

Buon lavoro!

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LE CINQUE PRINCIPALI TECNICHE DI ATTACCO

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LE CINQUE PRINCIPALI TECNICHE DI ATTACCO

Ogni anno, da oltre dieci anni, classifico ed analizzo i trend di migliaia di cyber attacchi.

Durante questo lasso di tempo abbiamo assistito a diverse evoluzioni negli attacchi, dai più importanti settori presi di mira, alla diffusione ormai senza controllo del cybercrime.

Le tecniche di attacco invece, pur aggiornandosi, rimangono di fatto le stesse, in particolar modo quelle che chiamo ”evergreen“.

Vediamo quindi le classiche tecniche di attacco che si confermano da anni come le più pericolose nonché le più efficaci.
  1. MALWARE

    Il termine Malware viene dall’inglese dell’inglesemalicious software, ovvero software malevolo, creato ed iniettato nei dispositivi informatici (computer ma anche smartphone) per disturbare le operazioni, arrecare danni o sottrarre informazioni.

    Indicato precedentemente come “virus informatico”, il malware comprende diverse categorie in base alla funzione principale che si prefigge.

    Tra queste, anche quella del virus, ovvero un pezzo di codice in grado di riprodursi ed infettare i sistemi informatici, nello stesso modo in cui i virus biologici si diffondono negli esseri viventi.

    Un’altra tipologia di malware molto nota è il trojan, che prende il nome dal famoso “cavallo di troia” utilizzato dai Greci per introdursi indisturbati nella città di Troia, sconfitta proprio grazie a questo espediente.

    Con questo termine si indica un programma malevolo che si spaccia per un software legittimo in modo da convincere la vittima ad installarlo, portando così a termine l’infezione.

    Lo spyware è invece in grado di raccogliere informazioni sul sistema della vittima per inviarle successivamente all’attaccante.

    Il ransomware, è invece in questo periodo il malware più famoso e più utilizzato, in grado di cifrare i sistemi infettati in modo da rendere i dati inaccessibili.

    In seguito all’infezione, sui sistemi viene trovato un messaggio dove il criminale responsabile dell’attacco chiede il pagamento di un riscatto (dall’inglese “ransom”, di solito in bitcoin o in un’altra crypto-valuta, per ottenere in cambio la chiave di cifratura che consentirà di recuperare i dati.

    Alla tradizionale richiesta di riscatto, si sta ultimamente affiancando l’utilizzo della double estortion, ovvero un secondo riscatto che il criminale richiede per non diffondere pubblicamente i dati sottratti prima di essere cifrati.

    Le tipologie di malware sono molteplici e i rischi di rimanerne vittime restano notevolmente alti.


  2. VULNERABILITÀ

    Le vulnerabilità sono problematiche che possono affliggere i sistemi informatici e che, se non rilevate, potrebbero favorirne la compromissione.

    Tra queste, la tipologia più diffusa è quella delle vulnerabilità software (dette anche bug), ovvero difetti di progettazione, di installazione o di configurazione dei software.

    I bug vengono sfruttati (in gergo “exploitati”, dall’inglese exploit) dai criminali per violare i sistemi e portare a termine i loro cyber attacchi.

    Quando vengono scoperte nuove vulnerabilità, i produttori software predispongono delle apposite patch correttive, che vengono installate nei sistemi tramite gli aggiornamenti.

    Per mitigare queste problematiche è molto importante quindi che i sistemi operativi così come gli applicativi utilizzati vengano sempre aggiornati all’ultima versione disponibile e che questa verifica venga effettuata di continuo.

    Le vulnerabilità non ancora note e per cui non esistono ancora rimedi vengono definite 0-day e possono costituire una seria minaccia per i sistemi.

    Esistono inoltre diverse tipologie di vulnerabilità, da quelle che riguardano i protocolli che utilizziamo per navigare in Internet, alle modalità di comunicazione (ad esempio cifrate o meno, ecc), alla scorretta gestione di password (troppo corte o banali, troppo riutilizzate o non modificate abbastanza spesso, …) e di utenze.

    La complessità sempre crescente dei sistemi informatici e la scarsa reattività negli aggiornamenti contribuiscono alla diffusione delle vulnerabilità, che si confermano da anni tra le minacce più presenti del mondo cyber.


  3. SOCIAL ENGINEERING

    Il Social Engineering (o Ingegneria Sociale) comprende tutte le tecniche che studiano il comportamento umano per forzare le vittime a compiere determinate azioni.

    In questi casi è fondamentale effettuare una fase preliminare di raccolta di informazioni sulla vittima, in modo da poter successivamente ideare il modo migliore per raggiungere l’obiettivo prefissato.

    Queste informazioni possono essere collezionate da qualsiasi fonte disponibile: siti web, social media, hobbies, abitudini sociali e perfino dalla nostra spazzatura.

    L’attacco tramite queste tecniche può essere effettuato con diverse modalità, che sfruttano pretesti, false ambientazioni o esche (in inglese “baiting”).

    Tra queste tipologie di attacco rientra anche il Phishing, che verrà descritto successivamente.

    È importante ricordare che l’ingegneria sociale può colpire non solo tramite mezzi informatici: al contrario, il social engineering utilizza qualsiasi mezzo che possa rivelarsi efficace, incluse le telefonate.


  4. PHISHING

    Il Phishing è una particolare tipologia di truffa dove la vittima viene ingannata e convinta a fornire informazioni riservate.

    Il termine deriva dall’inglese fishing (pescare) ed indica la “pesca a strascico” con cui i criminali riescono a reperire informazioni come numeri di carte di credito o password tramite l’invio di massa di messaggi fraudolenti che imitano contenuti legittimi.

    Di norma questo tipo di minaccia viene associata alle e-mail, ma non è escluso che il phishing possa colpire anche tramite SMS telefonici (in questo caso si parla di “Smishing”) o sui social media.

    Il messaggio fraudolento potrebbe contenere un allegato con un malware che viene installato successivamente all’apertura del documento, o un link che porta ad un sito web contraffatto, clone di un sito legittimo.

    In ogni caso, i moderni phishing sono sempre più accurati, costantemente aggiornati in modo da sfruttare i temi più “caldi” e non sempre facili da riconoscere.


  5. DDoS (Distributed Denial of Service)

    Il Denial of Service (DoS) è una tipologia di attacco informatico in cui si fanno esaurire le risorse di un sistema che eroga un servizio (ad esempio un sito web) in modo da renderlo inutilizzabile.

    Questo risultato si ottiene inondando il servizio vittima di traffico dati in entrata.

    Nella sua versione più nota, il Distributed Denial of Service (abbreviato in DDoS, ovvero il DoS distribuito), questi dati in entrata arrivano da più fonti contemporaneamente, aumentando drammaticamente l’efficacia dell’attacco.

    L’insieme di macchine attaccanti costituisce una botnet, ovvero una rete di computer infettati da un malware in grado di controllarli.

    Al momento opportuno tutti i computer infettati vengono attivati dall’attaccante iniziando a sommergere il servizio target di richieste di connessione.

    I moderni DDoS, grazie anche alla diffusione di connessioni a Internet a banda larga, possono assumere proporzioni davvero notevoli, cosa che può creare non pochi problemi, specialmente se il sistema vittima eroga un servizio critico.

    In alcuni casi l’attaccante può addirittura arrivare a chiedere un riscatto per fermare o non ripetere l’attacco.

    In questi casi si parla di Ransom Distributed Denial of Service (RDDoS), una delle tendenze criminali che unisce l’estorsione al disservizio.
Le tipologie di cyber attacchi possono essere numerose e molto complesse.
Le soluzioni a queste minacce dovranno quindi essere variegate e messe a fattor comune in modo organico.

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