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CYBER SECURITY NEL 2023: COSA DOVREMMO MIGLIORARE?

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CYBER SECURITY NEL 2023: COSA DOVREMMO MIGLIORARE?

Il 2022 è stato un anno a dir poco complesso: tra emergenza Covid-19 non ancora risolta ed implicazioni del conflitto europeo, le ripercussioni nel mondo della cyber security sono state notevoli, dimostrando ancora una volta quanto ci sia ancora molto da fare in questo settore.

Che cambiamenti sarà necessario quindi apportare alla Cyber Security nel 2023?

Vediamo i principali.

Non comprimere gli investimenti per colpa della crisi

La difficile situazione economica che si è venuta a creare ha impattato ogni settore di business.

In questo scenario la Cyber Security, da una parte già grandemente sottovalutata, rischia di perdere importanti investimenti in un momento in cui è altrettanto evidente quanto l’emergenza dei cyber attacchi non accenni a diminuire.

Gli attaccanti infatti sono drammaticamente costanti e consapevoli di quanto possa rivelarsi conveniente andare a colpire organizzazioni già stressate ed impegnate a gestire altre problematiche.
Lo dimostra l’impatto sul settore sanitario durante la pandemia.

La soluzione?
Valutare al meglio gli investimenti, ottimizzando i budget in modo che si rivelino efficaci nel contrasto delle minacce pur restando efficienti dal punto di vista economico.


Esternalizzare i servizi di sicurezza

Esternalizzare i servizi di sicurezza in alcune situazioni risulta non solo conveniente ma anche la soluzione più valida.
Vale ad esempio nel caso degli assessment di sicurezza, in cui ha senso che sia un elemento esterno ad effettuare le verifiche e a fornire indicazioni sulle azioni correttive.

E vale a maggior ragione per i professionisti e le piccole e medie imprese che non sempre dispongono di personale tecnico da dedicare all’IT e ancor di più alla Cyber Security.
In questi casi la sicurezza gestita è l’unica soluzione praticabile.

I costi dei servizi gestiti di Cyber Security possono essere impegnativi, ma è prioritario, in particolare per una piccola azienda o per un professionista, valutare correttamente anche i rischi in caso di compromissione dei sistemi che possono essere ingenti e devastanti.


Adattare servizi e soluzioni alle PMI

Spesso si pensa che le PMI siano meno esposte alle minacce informatiche, come se i cyber criminali fossero interessati solo a vittime note e di grandi dimensioni.

Ma, se da una parte è vero che le grandi aziende offrono una superficie di attacco maggiore, d’altra parte i cyber criminali sono ahimè perfettamente consapevoli che le piccole realtà sono meno protette: in questi casi i cyber attacchi hanno più possibilità di andare a buon fine o non verranno rilevati e bloccati opportunamente.

La complessità dello scenario cyber rende quindi indispensabile a tutti, PMI incluse, di dotarsi di una strategia efficace che comprenda soluzioni tecnologiche ed organizzative.

I gestori di servizi di Sicurezza gestita devono però abituarsi a predisporre offerte flessibili e scalabili in modo da riuscire a servire anche aziende dai budget ridotti.


Il 2023 si prospetta un anno molto interessante, ma speriamo meno problematico del precedente.

Buon Anno e Buon Lavoro!

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PERCHÈ L’ANTIVIRUS NON BASTA

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PERCHÉ L’ANTIVIRUS NON BASTA

Spesso si ritiene, erroneamente, che l’antivirus sia sufficiente per proteggere i sistemi dalle minacce informatiche.

Ma non è così, ecco perché.

L’antivirus è una protezione contro i malware

I malware sono software malevoli che possono infettare i sistemi informatici compromettendoli o consentendo ai cyber criminali l’accesso ai dati.
Le tipologie di malware sono a loro volta molteplici: ransomware, trojan, spyware, wiper, cryptominer, worm, skimmer, … solo per citarne alcuni.
Sebbene i malware siano una problematica notevole, utilizzata nella maggior parte dei cyber attacchi (il 41% nel 2021, vedi la nostra Dashboard), esistono altre tipologie di minacce.
Tra queste ricordiamo ad esempio Phishing, Social Engineering, lo sfruttamento di vulnerabilità, i DDoS (Distributed Denial of Service), e molto altro.
Sfortunatamente gli antivirus non sono in grado di occuparsi anche di queste minacce e per mitigarle è necessario mettere in atto ulteriori soluzioni.

Non tutti gli antivirus sono uguali

Sia che si scelga un antivirus free o uno a pagamento, i moderni prodotti sono generalmente di buona qualità, ma possono differenziarsi per alcune caratteristiche:

  • Affidabilità: ovvero la capacità di individuare correttamente le minacce con un basso numero di falsi positivi.
  • Qualità della protezione: lo scenario dei malware è in continua evoluzione, un buon antivirus deve quindi essere in grado di aggiornarsi di frequente e rilevare e risolvere efficacemente il maggior numero di minacce.
  • Funzionalità: l’antivirus deve essere in grado di svolgere le sue funzioni senza impatti rilevanti sul sistema in uso.
  • Facilità d’utilizzo: l’antivirus deve disporre di un’interfaccia intuitiva e di semplice utilizzo, in modo da poter essere utilizzato con successo anche da utenti meno esperti.
Non dimentichiamo i dispositivi mobili!

I malware possono compromettere anche i dispositivi mobili come smartphone e tablet.
Dal momento in cui sono connessi alla stessa rete dove sono presenti computer e server (sia in azienda che a casa!), è importante valutare una protezione antivirus anche per tutti i dispositivi mobili utilizzati.

La Cyber Security comporta numerose tipologie di minacce, a loro volta in continua evoluzione.
Per proteggersi in modo adeguato l’antivirus è certamente importante ma non è sufficiente.
Al contrario, una protezione adeguata dai rischi cyber di ultima generazione necessita di una strategia mirata e personalizzata in base alle specifiche esigenze.

Scopri come ti possiamo aiutare ad individuare la tua personale strategia di Cyber Security!

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COME FUNZIONA E COSA COMPRENDE LA NUOVA STRATEGIA NAZIONALE DI CYBER SECURITY

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COME FUNZIONA E COSA COMPRENDE LA NUOVA STRATEGIA NAZIONALE DI CYBER SECURITY

L’ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale) ha di recente rilasciato la Strategia Nazionale di Cybersicurezza che contribuirà a migliorare la sicurezza e la resilienza del Bel Paese.

In un momento storico in cui l’utilizzo sempre più diffuso del digitale è associato ad una massiccia diffusione delle minacce cyber, è di primaria importanza che un paese si doti di una strategia che miri ad organizzare e prioritizzare gli interventi necessari.

Vediamo quindi come è composto questo piano che si articola in 82 misure complessive da mettere in atto entro il 2026.

Le sfide

Le sfide che la Strategia Nazionale di Cyber Security si prefigge di affrontare sono principalmente 5:

  1. Supportare la transizione digitale per la Pubblica Amministrazione e le aziende produttive del nostro paese, assicurando anche che vengano tenuti in considerazione gli aspetti di Cyber Security;
  2. Prevenire e mitigare gli impatti delle (ormai onnipresenti) minacce cyber;
  3. Contrastare le azioni di disinformazione, in quanto, potendo influenzare e strumentalizzare l’opinione pubblica, vanno considerate come una minaccia vera e propria;
  4. Gestire in maniera più efficiente le crisi di cyber security, coordinando adeguatamente tutti i soggetti interessati in modo da poter assicurare una risposta efficace
  5. Assicurare un’autonomia nazionale nel settore del digitale, che consenta, tra le altre cose, di detenere il controllo diretto sui dati.

Gli obiettivi principali

Per riuscire ad affrontare meglio le sfide, sono stati definiti 3 obiettivi principali, che racchiudono a loro volta le 82 misure previste dal piano:

  1. Protezione: per la protezione di asset strategici del paese attraverso la gestione e la mitigazione del rischio cyber, e l’adozione di controlli e norme apposite.

    Tra le misure più interessanti di questo ambito la strategia comprende:

    • potenziare il Centro di Valutazione e Certificazione Nazionale (CVCN), nato con lo scopo di verificare le condizioni di sicurezza e l’assenza di vulnerabilità di prodotti, apparati e sistemi utilizzati nelle infrastrutture e nelle reti di interesse nazionale;
    • sviluppare un quadro giuridico nazionale adeguato, aggiornato e coerente, in materia di Cyber Security;
    • conoscere in modo approfondito lo scenario delle minacce cyber, tramite l’utilizzo di monitoraggio continuo, adeguati strumenti e competenze per identificare le vulnerabilità ed essere in grado di gestire rischi e minacce correlate;
    • potenziare le maturità cyber della Pubblica Amministrazione, favorendo una transizione sicura verso tecnologie Cloud, anche grazie alla creazione di un Polo Strategico Nazionale (PSN), e coordinando apposite azioni di identificazione, monitoraggio e controllo del rischio cyber;
    • sviluppare le capacità di protezione del paese, anche grazie allo sviluppo di strumenti come il Domain Name System (DNS) nazionale, per proteggere la PA durante la navigazione del Web, il monitoraggio e la gestione continua delle vulnerabilità e delle mis-configurazioni della PA;
    • promuovere e favorire l’adozione di crittografia.
  2.  

  3. Risposta: per una risposta tempestiva ed efficace alle crisi cyber nazionali, grazie a sistemi di monitoraggio, a strumenti di analisi ed all’attivazione degli opportuni processi.

    Le misure più interessanti in questo ambito sono:

    • utilizzare il Nucleo per la Cybersicurezza (NCS), un sistema di gestione delle crisi cyber nazionali basato su procedure di collaborazione e flussi informativi consolidati;
    • integrare gli attuali servizi cyber nazionali, realizzando, ad esempio, un “Hyper SOC” (Security Operation Center), in grado di raccogliere dati e correlarli da diverse fonti, inclusi ISP (Internet Service Provider) convenzionati, al fine di individuare rapidamente le minacce, o facilitando la notifica di incidenti al CSIRT (Computer Security Incident Responde Team) nazionale;
    • contrastare il cybercrime, sia tramite azioni di prevenzione di attività criminali del mondo cyber oltre che di incremento di attività investigative;
    • organizzare esercitazioni periodiche di Cyber Security e resilienza.
  4.  

  5. Sviluppo: per lo sviluppo sicuro di tecnologie digitali, attraverso l’utilizzo di centri di eccellenza, attività di ricerca ed imprese dedicate.

    Le misure più interessanti in questo ambito sono:

    • supportare la crescita ed il potenziamento tecnologico del paese grazie al Centro Nazionale di Coordinamento (NCC), in particolare tramite attività di ricerca e sviluppo;
    • realizzare un “parco nazionale della cybersicurezza” che, metta a sistema competenze e risorse provenienti da diversi ambiti, incluso il mondo accademico, industriale e della ricerca;
    • favorire lo sviluppo tecnologico del paese promuovendo l’internazionalizzazione delle imprese italiane e continuando ad attrarre investimenti
    • promuovere l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, favorendo la ricerca e lo sviluppo, anche grazie a finanziamenti.

I fattori abilitanti

Per la realizzazione degli obiettivi descritti è necessario tenere conto di alcuni fattori abilitanti, trasversali e correlati al raggiungimento di tutti gli scopi prefissati, ovvero:

  • La formazione in Cyber Security, allo scopo di creare la futura forza lavoro del paese in questo settore, grazie alla promozione delle carriere in questo settore, al continuo aggiornamento della didattica e dei docenti, all’impiego di formazione specialistica o percorsi di formazione specifici per tutte le figure richieste (tecniche e non);
  • La promozione della cultura della Cyber Security, per aumentare la consapevolezza su rischi e minacce del mondo cyber, attraverso programmi di educazione digitale e per promuovere lacyber hygiene nelle aziende;
  • La cooperazione, sia sul fronte nazionale, tra settore pubblico e privato, incluso il mondo accademico e della ricerca, che sul fronte internazionale, in particolare per quanto riguarda le iniziative europee.

Conclusioni

La Strategia Nazionale di Cyber Security deriva dalla direttiva NIS (Network and Information Security) del 2013 che imponeva ai paesi di dotarsi di un proprio piano in materia.

Il primo piano nazionale risale al 2014, rivisto poi nel 2017 e perfezionato, infine, nell’attuale strategia.

L’Italia, sebbene con qualche anno di ritardo, ha quindi definito il suo piano conclusivo di interventi ed investimenti in materia di Cyber Security, ribadendo in particolare la necessità di creare una forza lavoro specializzata, di diffondere i programmi di awareness e la cultura cyber nel paese, di investire per potenziare ricerca e sviluppo.

Pur mantenendo alcuni dubbi per il rischio di accentramento dei poteri, la mancanza di “separation of duty” e le tempistiche di attuazione delle misure che non vengono definite in dettaglio, non potremmo essere più d’accordo sui temi principali.

È, infatti, innegabile che la strategia comprenda gli ingredienti per affrontare in maniera efficace la materia.

Non ci resta che augurare Buon Lavoro all’ACN!

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